Musicista

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Musicista

Le mani sudano, tremano a volte. Tocchi i tasti e scompare tutto. Non so se sia una magia o se è una qualche reazione chimica. Essere musicista è una fortuna che pochi si rendono conto di avere.

Avevo poco più di 20 anni la prima volta che mi resi veramente conto che fare il musicista non sarebbe stata una cosa semplice. Avevo perso il portafoglio, quindi andai in comune a rifare i documenti e la carta d’identità. L’impiegata comunale mi chiese tutte le solite cose che uno non sa mai, tipo altezza e segni particolari, mi chiese la foto tessera che le diedi con riluttanza pensando, come sono certo facciamo tutti, “ma devo tenermi sta faccia sul documento per 10 anni, adesso?!”

E poi la domanda: “Professione?”

Boh, ci provo. “Ehm…Musicista”

“Ah che bello, suona? Cosa suona?”

“Il pianoforte, signora. E canto anche!”

“Ma che bello, anche mio figlio ha preso qualche lezione di pianoforte, poi ha abbandonato. Non era la sua strada, probabilmente. Sa, era più mio marito che voleva che suonasse, mio figlio ha sempre avuto più la passione per l’Aikido.”

“Ah, capisco”

“Comunque, dicevamo: professione?”

“…”

“Sì, che lavoro fa?”

“Al momento l’impiegato, ma faccio il musicista. Cioè il mio lavoro sarà fare il musicista, questo dell’impiegato è solo un impiego temporaneo”

“Perfetto, due minuti ed è pronta”

Professione: Impiegato. Ovviamente. Per 10 anni ho fatto l’impiegato, anche se volevo essere, almeno sul documento che attesta la mia identità, un musicista.

Per niente facile il mestiere del musicista. Nessuno crede mai al fatto che fai quello di lavoro, tutti pensano che sei un nullafacente e sfaticato, le nonne ti chiedono quando ti sistemi (e non solo loro). Senza contare le persone che durante le serate vengono a chiederti “ma ce l’avete quella di Modugno?”. A parte che QUALE?? Modugno non è che ne ha scritta solo una! E poi la gente pensa che il musicista sia un juke box, che basta mettere la monetina e ti fa qualsiasi canzone ti viene in mente.

Una volta ad una festa privata cantavo su delle basi, gli invitati a cena erano girati di schiena cosicché me ne andavo avanti per i fatti miei a fare i pezzi che volevo, tanto non mi ascoltava nessuno. Ad un certo punto faccio un pezzo di Venditti, non ricordo neanche quale, perché il festeggiato per telefono mi aveva detto che gli piaceva quella musica italiana, Venditti, Zero, ecc. e allora pensai che un pezzo glielo potevo anche fare, anche se non è propriamente il mio genere preferito. Finita la canzone, un invitato subito davanti a me si gira e mi degna per la prima volta di attenzione per dirmi “Ecco, continua con Venditti, va”. Fantastico.

Quello che la gente non capirà mai è che un musicista per essere tale affronta ostacoli che chi ha scelto una strada diversa non vedrà neanche mai in cartolina. Ma soprattutto, il musicista è contento di affrontare questi problemi. Perché quando alla serata il pubblico batterà le mani e canterà e ballerà grazie a te che sei sul palco nonostante gli ostacoli, nonostante le paghe da fame, nonostante la nonna che vuole che ti sistemi…beh, come dice la pubblicità? Non ha prezzo.

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