Brian May’s New Horizons: ovvero come unire le tue passioni.

Brian May’s New Horizons: ovvero come unire le tue passioni.

Il 31 dicembre 2018 è stato lo spartiacque tra la scienza astrofisica come la conoscevamo prima e il futuro. Sì, perché la sonda New Horizons si apprestava ad arrivare il più vicino possibile a Ultimate Thule, uno dei corpi celesti più distanti mai osservati dagli astronomi e una delle ultime cose presenti nel nostro sistema solare. Lo stesso giorno è uscito un singolo di Brian May dopo 20 anni.

Per chi non lo sapesse, Brian May non è solo il chitarrista e uno tra i maggiori compositori dei Queen: è laureato in Fisica all’Imperial College London e ha un dottorato di ricerca in Astrofisica. Non solo: è stato membro scientifico proprio del progetto spaziale che ha portato la sonda New Horizons dalle parti di Plutone. E l’asteroide 52665 porta il suo nome.

Insomma, una passione che l’ha accompagnato fin dai tempi del College, dove, tra le altre cose, ha conosciuto uno sbarbato Roger Taylor e ha deciso di mettersi a suonare la chitarra (che ha costruito insieme al padre ingegnere perché non avevano abbastanza soldi per comprare una Fender, ma di questo ne parleremo in altre sedi). Due passioni distanti anni luce (e scusate la battuta), penserai.

E, in effetti, seppure la Musica sia totalmente basata sulla Fisica e sulla Matematica, l’Astrofisica non è altrettanto impregnata di Musica. Anzi. Nello spazio i suoni non si propagano, figuriamoci!

E invece lui, a 71 anni, è riuscito a unire questi due mondi con un brano dedicato alla sonda da lui fortemente sostenuta. Nel video del suo nuovo singolo ha anche ricostruito il viaggio di New Horizons fino ad Ultimate Thule. Quindi è possibile. Tutto è possibile.

Dopo il successo planetario dei suoi Queen, Brian non si accontenta più e manda la sua Musica fuori dalla nostra atmosfera.

E scusate la battuta.

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